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evoluzione personale

Chi ha paura della paura?

 

Quando sei all’inizio del tuo progetto imprenditoriale (ma anche dopo, te lo garantisco) è facile che tu venga colta, un giorno sì e l’altro pure, da una serie di timori e paure mai provate prima o a cui prima non davi molto peso. Ce ne sono almeno tre diverse nel campo dell’imprenditoria.

La prima è quella che gli americani chiamano F.O.M.O. (fear of missing out) ovvero la paura di perdersi qualcosa. Quel costante timore di non essere abbastanza, di non avere abbastanza da dire e di doversi costantemente formare, aggiornare, dover comprare corsi su corsi su temi che “uh, questo potrebbe servirmi” o “su questo non ne so ancora abbastanza” mentre invece ne sappiamo eccome!

Insomma, la paura di perdersi qualcosa, proprio quella cosa che si sarebbe rivelata essenziale e fondamentale per svoltare la propria vita. Non vorrai mica fare a meno proprio di quello!

La seconda, la sindrome dell’impostore, è legata alla tua insicurezza, alla sensazione, più o meno certa, che prima o poi le tue performance professionali verranno analizzate e si scoprirà che eri una truffa! Che non sapevi nemmeno di cosa stavi parlando, che non sei in grado di mandare avanti un business perché non conosci la tua materia al 100%. Il timore che i tuoi clienti si accorgeranno che non sei tuttologa e che in fondo li stavi solo fregando. Detta così suona buffa, l’ho volutamente esagerata, ma in realtà è una paura che blocca un numero enorme di imprenditrici creative. Quanto potenziale sprecato! Quanti doni al mondo non elargiti per colpa di questa paura!

La terza infine, la shiny object syndrome, è quel disagio o irrequietezza che come imprenditrice ti porta a cercare sempre cose nuove, abbandonare un progetto (il tuo momentaneo giocattolino preferito) per un altro che sembra più bello e luccicante (come il gioco che ha appena preso un altro bambino per intenderci). Ogni volta che vieni in contatto con una nuova idea, obiettivo, strategia, la adotti senza pensarci troppo perché ne sei irresistibilmente attratta. Come una gazza ladra passi da un luccichio all’altro, col risultato di non portare a termine niente e sentirti priva di focus e frustrata. Tecnicamente non è una paura, ma ti blocca e ti fa perdere la tua centratura e la tua autorevolezza come la paura.

Marketing aggressivo e paura

PNL e spietate leggi del marketing ancora oggi fanno leva sulla paura. E’ stato dimostrato che le persone sono più inclini a raggiungere i loro obiettivi se motivate dal non voler provare un certo dolore o paura, dal volersi spostare lontano da una situazione spiacevole, piuttosto che spinte dal desiderio di raggiungere un determinato benessere o successo. 

Perché questo avviene? Semplice, perché funziona! La paura è un’ottima leva di comunicazione. Paura di non farcela da sola, paura di non essere abbastanza, di non essere onesta, di non riuscire a portare a termini i propri progetti. Ogni offerta formativa, ogni banner è infarcito di messaggi che ti portano a dubitare di te e a chiederti se quella strategia preconfezionata che ha fatto diventare milionario tizio lavorando 8 ore a settimana dal suo Mac a Bali possa fare anche per te. E giù a comprare corsi inutili, e scaricare quintali di informazioni che promettono di essere la scorciatoia del successo.

Come uscire dal tunnel della paura e delle sue più note varianti?

1) Riconoscila. La consapevolezza è fondamentale in questi casi e ti aiuta a fare il punto della situazione. Capire che siamo di fronte ad un’immotivata paura, ad esempio di perdersi qualcosa (l’ultimo gadget, l’ultima strategia, l’ultimo mastermind) ci permette di prenderci del tempo per respirare e fermarci.

2) Chiediti da dove viene. Perché hai questa paura, a cosa è legata? E’ forse dovuta ad una errata concezione di te e del tuo valore? E’ legata alle aspettative altrui? Alla tua mania di perfezionismo? Al rischio del metterti in mostra ed entrare in gioco? Molto spesso è un meccanismo subdolo del tuo cervello che cerca di lasciarti nella tua zona di comfort e di non farti adottare un cambiamento positivo. Il tuo cervello cerca di distrarti in ogni modo per far sì che tu di fatto rimanga esattamente al punto di partenza, senza alcun progresso.

3) Chiediti come eliminarla. Beh qui ho giocato sporco perché in realtà lei non se ne andrà mai, devi imparare a conviverci. Sei però tu nel tuo viaggio a decidere dove andare, a quale andatura e con quale mezzo. Come dice Elizabeth Gilbert in Big Magic, alla paura “è concesso un posto a sedere e la possibilità di dire la sua, ma il suo parere non verrà preso in considerazione. Non potrà toccare le mappe, né suggerire deviazioni….ma soprattutto le sarà assolutamente proibito guidare”.

4) Torna a te stessa. Alla tua mission, alla tua visione, ai tuoi punti di forza. Fai leva su quelli e tralascia il resto. Ritorna consapevole del tuo valore e rimani focalizzata su ciò che importa davvero, tralasciando le mode del momento, le ricette preconfezionate del successo altrui e le tentazioni del tuo cervello di farti rimanere nella mediocrità quando aspiri a ben altro.

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